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Tara Mathison
Tara Mathison
catalogo della mostra Franca Marini Universal Language Queens College Art Center, New York 2009, p.60
traduzione Caroline Brachetti Montorselli, Nancy Podimane
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Mentre si dirige verso l’incrocio tra arte e linguaggio, architettura e invenzione, Universal Language determina una linea solida dove la tradizione incontra il contemporaneo. Insoddisfatta nell’illustrare la banalità quotidiana, l’opera di Franca Marini utilizza una moltitudine di discipline per espandere il linguaggio universale dell’arte. Come un Fluxus manifesto, lo spettatore può avvicinarsi all’installazione della Marini come pittura, scultura o rappresentazione: prendi un cerchio di vetro, circondalo con filo di rame, carta e corda, apri gli occhi, cosa vedi?
Durante tutto il percorso dell’installazione, l’opera della Marini continua a raggiungere dimensioni sempre nuove. Mentre lei disseziona con filo, spago e carta, lo spazio si stratifica in una cinetica ripetizione. L’attenzione frenetica della Marini al dettaglio e le ripetute visite ai passaggi chiave, dipendono in uguale misura dalla pianificazione e dall’intuizione istintiva. Ogni tenue centimetro di Universal Language pulsa di vitalità. La distinzione tra la Marini ed un architetto, un ingegnere o perfino un alchimista, può essere solamente nella loro motivazione.
Valendosi della ricca esperienza della Marini, Universal Language comincia fuori dalla galleria raggiungendo la biblioteca adiacente come a colmare il divario tra linguaggio e arte. Questa forma iniziale unifica le cinque forme continentali all’interno della galleria in una; dichiarando attraverso la lotta, come percezione e creazione si mescolino organicamente nella mano fluida della Marini. Mentre costruisce il suo linguaggio, sottili allusioni allo storico e al mistico emergono silenziosamente all’interno del contesto dell’esposizione.
In Universal Language, la Marini si avvicina all’arte come ad uno strumento per affrontare l’essenza dell’ignoto. Questo modo di fare arte potrebbe sembrare caratteristico nell’ottica allargata della storia, ma nel suo recente significato, non è altro che innovazione. Nella ricerca del significato, l’opera della Marini si stacca dall’incresciosa inclinazione dell’arte contemporanea di semplicemente illustrare le idee. In tempi incerti, Universal Language si offre come una speranza incapsulata che l’umanità sta di fatto ancora cercando.