Franca Marini - Sogno di un nuovo mondo

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Massimiliano Tonelli

Exibart 26 Luglio 2001

E’ ormai appurato che lo Spedale di Santa Maria della Scala era, durante il medioevo, una delle maggiori istituzioni politico finanziarie d’Italia. La grande struttura, per il suo approvvigionamento, si era dotata di un ‘network’ di fattorie fortificate chiamate Grancie. In quella delle Serre di Rapolano, in provincia di Siena, è stato costituito un grazioso spazio espositivo comprendente un Museo dell’Olio, alcune sale didattiche, una sala proiezioni e un piccolo ma funzionale centro d’arte contemporanea.
In quest’ultimo spazio è allestita la prima personale in terra di Siena della senese Franca Marini, 39 anni e una vita passata negli USA a studiare ed insegnare. “Sogno di un nuovo mondo ”, titolo della mostra, denota la profonda influenza subita dall’America ed allo stesso tempo disvela l’approccio con il quale la Marini si rapporta al suo lavoro. I quadri presentano una volontà ricostruttrice, un istinto salvifico e benefico (non è forse questo, secondo alcuni, il ruolo dell’artista?). La tela principale (foto), che dà la copertina al catalogo, ha per soggetto un fuoco vigoroso (purificatore?) accanito sulle instabilità di un astratto ambiente urbano. Il trauma è probabilmente frutto di un cortocircuito mentale – del pensiero come della memoria – simboleggiato da metafisici simboli alfabetici sospesi nell’aria.
L’impatto visivo delle opere e la loro intensa gestualità fanno pensare ad un approccio ‘architettonico’. In alcuni lavori (foto) ricorre sistematicamente un motivo romboidale che, con il nome di opus reticolatus, era utilizzatissimo nelle costruzioni tardoromane d’epoca adrianea; in altre opere scorgiamo le suggestioni da ‘città ideale’ rinvianti alle sculture di Pietro Consagra .
Sta dunque in questi ambienti, in queste mura antiche, in queste città arse da una fiamma purificatrice il ‘nuovo mondo’ di cui ci parla Franca Marini.
Nelle due sale attigue alcuni acquarelli e studi completano il percorso espositivo.